venerdì 9 dicembre 2011

Roma, gatto eredita 10 milioni

Da randagio a micio più ricco del mondo: è la storia di Tommasino, il gatto capitolino che già due anni fa aveva fatto notizia dopo essere stato designato unico erede della padrona, Assunta C., classe 1917, originaria di Potenza ma da decenni trapiantata a Roma. Due settimane fa la donna è morta, e il suo testamento, registrato nell'ottobre 2009, è diventato operativo a tutti gli effetti: a Tommasino sono andati 10 milioni di euro. Il micio è infatti diventato proprietario di una villa all'Olgiata, di due appartamenti a Roma e Milano, di diversi conti correnti bancari e di alcuni terreni in Calabria. Nel testamento - del quale erano stati nominati esecutori gli avvocati Marco Angelozzi, Anna Orecchioni e Giacinto Canzona - era stato istituito un legato a favore della persona, fisica o giuridica, o dell'associazione animalista che sarebbe stata individuata dagli esecutori testamentari e che sarebbe divenuta erede dell'ingente patrimonio con l'onere di occuparsi del gatto e, soprattutto, degli altri animali abbandonati. Quando la notizia uscì sui giornali, in molti storsero la bocca per una decisione così stravagante, "ma la signora Assunta non ha parenti, ha sempre fatto donazioni a favore degli animali e voleva evitare che i suoi soldi andassero perduti". "Nell'ultimo anno - spiega Anna Orecchioni - ci sono arrivate da tutta Italia centinaia di richieste di possibili candidati al ruolo, ma molte delle offerte ci sono parse sospette, fatte a nome di improbabili associazioni, e questo ci ha costretto a un lungo e scrupoloso lavoro di verifica". Alla fine, nel maggio 2011, la scelta è caduta su Stefania C., 48 anni, romana, l'infermiera professionale che si è presa cura dell'anziana donna fino alla fine. "Con la signora - ricorda Orecchioni - l'infermiera condivideva l'amore per cani e gatti: ne ospita parecchi nella sua casa fuori città. Ed è certamente la persona più adatta a interpretare al meglio le volontà della sua assistita".

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