giovedì 17 novembre 2011
Sesso, droga e alcol nelle gite di classe: i professori dicono basta
Sesso, droga, alcol e maleducazione in gita scolastica. I professori dicono basta, non ce la fanno a più a farsi carico della responsabilità di accompagnarli nei viaggi cosiddetti di istruzione.
«La vicenda più “memorabile” è stata quella ad Amsterdam. Una studentessa tornò incinta. E quando non c’è di mezzo il sesso, ci sono altri problemi: in gita girano droga, alcol, i ragazzi sono ingestibili. L’errore più grande? Chiuderli in camera. Si calarono dal balcone». Da quella volta A. P., insegnante in un liceo milanese, ha detto basta. «Mai più in viaggio di istruzione». Una decisione ormai comune a moltissimi professori. Via dalla gita.
«Sono troppe le responsabilità, sia penali che civili, troppe ore di sonno saltate, troppi rischi. Il ragazzino ubriaco in spiaggia, i compagni che fanno a botte con i coetanei di altre scuole, le adolescenti che passano la notte fuori e chi trascorre la mattinata a vomitare. Chi conosce bene gli adolescenti sa che queste scene possono ripetersi ogni volta che si parte. E la conseguenza – denunciano i presidi – è che rispetto a soli dieci anni fa gli accompagnatori sono dimezzati».
Michele D’Elia, a capo dello scientifico Vittorio Veneto di Milano, non si scompone: «È ovvio che le cifre si siano ridotte: per portare in gita i ragazzi prendiamo a un euro all’ora, non ci viene riconosciuto il lavoro notturno e in più la gente pensa che siamo in vacanza. Ma si sbaglia: ci vogliono nervi d’acciaio per portare in giro una classe». Al Vittorio Veneto la metà dei professori ha firmato un documento: «Niente gita finché non saranno riconosciuti i nostri diritti». Paradosso: «Secondo un capitolato del ’92 l’accompagnatore dovrebbe controllare la rasatura delle gomme del bus. Se succede qualcosa e non era tutto in regola, la colpa è sua».
Quali sono le soluzioni per risolvere questo problema in continua crescita? SecondoRodolfo Rossi, preside del liceo Giorgi di Milano, bisogna puntare sui «soggiorni in famiglia (i ragazzi sono più controllati), scelta ragionata dell’albergo (evitare quelli enormi pieni di ragazzi italiani che assaltano le stanze di compagne consenzienti) e, per i più piccoli, agriturismo». Lui giura: «Così si contengono i rischi».
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