venerdì 25 novembre 2011

Corona,Cassazione:serviva condanna più grave

La condanna per Fabrizio Corona per la vicenda delle foto ai calciatori Francesco Coco e Adriano doveva essere più pesante. Lo afferma la Cassazione rimproverando alla Procura di Milano di non aver fatto ricorso contro l'assoluzione dell'agente di fotografi dall'accusa di estorsione a Coco. Per i giudici non è un fatto "neutrale" che Corona abbia preteso 6mila euro da Coco. La Corte conferma la pena di 17 mesi di reclusione e 300 euro di multa. Per quanto riguarda il proscioglimento di Corona dall'accusa di estorsione ai danni di Coco, emessa dalla Corte d'appello di Milano, i supremi giudici lo ritengono del tutto illogico e incongruo. Secondo la Suprema Corte non si può sostenere la "neutralità della somma di ben seimila euro sborsata dal Coco per rientrare in possesso delle fotografie". Quanto al fatto che gli scatti che lo ritraevano in una discoteca mentre ballava a torso nudo con un altro ragazzo non fossero dannosi per la sua reputazione, la Cassazione osserva che in realtà uno sportivo di professione ha "interesse a proporre di sé al pubblico un'immagine pienamente conforme alle sobrie abitudini di vita congeniali a chi deve massimizzare la propria forma fisica". Invece quegli scatti potevano evidenziare "abitudini di vita sospette di sregolatezza". E questo, scrive la Cassazione, non per il pregiudizio che poteva derivare al Coco dalla frequentazione di un gay (quale era il "partner di quel ballo") ma solo per il rischio che il pubblico, vedendo quelle foto, potesse pensare che aveva una vita notturna troppo intensa. Per inciso, la Cassazione osserva che non c'è alcuna prova, nemmeno come "massima di esperienza" del fatto che "negli ambienti delle tifoserie calcistiche dominerebbero tendenze omofobe". Dopo aver bacchettato la Procura di Milano per aver evitato a Corona la condanna per l'estorsione a Coco, che i supremi giudici ritengono compiuta, la Cassazione spiega che Corona giustamente è stato condannato per tentata estorsione ai danni di Adriano e di Coco non perché il paparazzo non aveva diritto di far pubblicare le foto in suo possesso ma perché ai calciatori aveva fatto valere "la prospettiva della pubblicazione come strumento di pressione per ottenere da loro un compenso per la restituzione delle foto". Con questo verdetto è stata confermata la riduzione di pena per Corona che ha così ottenuto la condanna ad un anno, cinque mesi di reclusione e 300 euro di multa con la revoca delle pene accessorie. In primo grado, invece, il Tribunale di Milano con sentenza del 10 dicembre 2009 lo aveva condannato a tre anni e otto mesi di reclusione e ottocento euro di multa (oltre all'interdizione temporanea dai pubblici uffici) ritenendolo colpevole dell'estorsione ai danni di Coco e della tentata estorsione ai danni del motociclista Marco Melandri, di Adriano e, nuovamente, di Francesco Coco.

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